Aladino e la lampada magica

1001 notte - Aladino e la lampada magica - Un mago, una stanza dei tesori e un genio soccorrevole

Le fiabe di 1001 notte appartengono a una raccolta araba nata circa nel 900 d. C. La bella Sharazad raccontò al califfo di Bagdad per mille e una notte queste affascinanti avventure conquistando così il cuore del sovrano.

Aladino era figlio di un povero sarto. Quando suo padre morì il ragazzo ricevette la visita di un mago moresco. Costui lo portò sulle montagne e pronunciò parole magiche di ogni genere finché la terra si aprì mostrando una lunga scala che scendeva nell'oscurità. Il mago infilò ad Aladino un anello in un dito contro i malefici e disse: "Là sotto è sepolto un tesoro, prendimelo." Aladino scese nelle profondità e raggiunse un'immensa stanza del tesoro colma di oro e argento. Tuttavia non toccò nulla finché non scoprì la lampada ad olio poco appariscente che doveva prendere per il mago. Sulla via del ritorno attraversò un giardino con alberi, carichi di frutti colorati composti da perle, diamanti, rubini, turchesi e altre pietre preziose. Aladino raccolse pietre di tutti i colori e si riempì le tasche.

All'ingresso della caverna il mago lo stava aspettando. Tuttavia Aladino stentava a salire l'ultimo ripido gradino perché le pietre preziose erano troppo pesanti. "Dammi prima la lampada, poi ti aiuterò", gli disse il mago. Ma Aladino non ce la faceva da solo. Alla fine il mago perse la pazienza e lo rinchiuse nella buia caverna. Per due giorni interi Aladino vagò qui dentro senza trovare una via d'uscita. Era quasi completamente stremato quando si ricordò dell'anello che il mago gli aveva dato. Aladino girò l'anello ed ecco che dalla lampada ad olio venne fuori un enorme genio che gli si mostrò come uscire dalla caverna. quando Aladino arrivò a casa, sua mamma avrebbe voluto dargli qualcosa da mangiare, ma non c'era più nulla. Aladino propose allora di vendere la lampada. La madre volle prima pulirla e la strofinò con uno straccio. Ed ecco che il genio apparve ancora e disse: "Io sono tuo schiavo e sono pronto ad obbedirti."

"Portaci da mangiare", disse Aladino. Ed ecco subito apparire sulla tavola dei piatti d'argento colmi di prelibate pietanze. Da quel giorno in poi Aladino e sua madre non dovettero più soffrire la fame perché il genio della lampada li saziò e arricchì. In segno di ringraziamento Aladino si occupò dei poveri della città.

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